La Grecìa Salentina: alla scoperta di questo angolo di Salento

Il Salento non è solo mare cristallino, bianche spiagge e borghi barocchi. C’è anche il volto più autentico di questa bellissima terra all’estremità meridionale della Puglia, ossia quello legato alle tradizioni, alla cultura e alla storia più antica: la Grecìa Salentina è una delle espressioni più caratteristiche del Salento, memoria di un antico legame con la Grecia che ancora oggi vive in usi, costumi e lingua.

Cosa è la Grecìa Salentina

La Grecìa Salentina è una enclave linguistica dove si parla un antico dialetto chiamato griko o grecanico: la zona si estende a sud di Lecce e comprende ben 12 comuni che sono Carpignano Salentino (famoso per ospitare ogni estate la Festa te lu Mieru dedicata al vino), Cutrofiano, Castrignano dei Greci, Martano, Corigliano d’Otranto, Calimera, Martignano, Sternatia, Melpignano, Sogliano Cavour, Zollino e Soleto.

All’ingresso di questi borghi, un cartello con scritto Kalòs Irtate (benvenuto in griko) accoglie i visitatori curiosi nello scoprire questo caratteristico angolo del Salento.

Si tende a pensare che questi pittoreschi borghi abbiano tutti origine dalla Magna Grecia, ossia quella porzione di Italia Meridionale colonizzata a partire dal III a.C. dai coloni greci. In realtà i primi coloni greci arrivarono in questa zona del Salento solo tra il 535 e il 553, ovvero nel periodo in cui imperversava la guerra greco-bizantina.

La cultura greca nella Grecìa Salentina si respira attraverso le feste tradizionali, i sapori tipici come ad esempio i ciceri e tria (in griko, pasta si pronuncia appunto tria) e nei canti che si intonano tra i vicoli dei borghi, dalle tipiche cantilene natalizie strine alle romantiche serenate kalinifa.

Alla scoperta della Grecìa Salentina: si parte da Sternatia

Punto di partenza di un tour alla scoperta della Grecìa Salentina è Sternatia dove, più di ogni altro borgo della comunità, si parla il griko. Passeggiando per il centro storico si incontrano botteghe dove si producono splendidi merletti, portali in bugnato, tipiche case a corte ed eleganti edifici come il settecentesco Palazzo Granafei, nei cui sotterranei è custodito un frantoio ipogeo del ‘500.

Da visitare anche la Chiesa di S.Maria Assunta risalente al 1790 e la Cripta di S.Sebastiano, all’interno della quale si trovano splendidi affreschi del XIII secolo raffiguranti scene di vita del santo.

Qui è presente una delle più belle Masserie del Salento, ovvero Masseria Chicco Rizzo, sapientemente ristruttura, diventa oggi un’importante struttura ricettiva.

Prossima tappa è Soleto, le cui origini, prima che greche, sono messapiche: il centro storico ha mantenuto una chiara impronta medioevale e si alternano case rinascimentali, portali barocchi, eleganti palazzi e chiese come quella di S.Stefano del ‘300, all’interno della quale si possono ammirare affreschi e dipinti bizantini. Il simbolo di Soleto è la Guglia di Raimondello, eretta in stile gotico tra il ‘300 e il ‘400 per volere di Raimondello Orsini del Balzo: la leggenda narra che invece sia stata costruita da quattro diavoli.

A poco più di 7km ecco Corigliano d’Otranto, il cui simbolo è il quattrocentesco Castello dei Monti, considerato una delle più belle fortezze militari di tutta la Terra d’Otranto. Spiccano i quattro torrioni angolari e il fossato, un tempo solcato da un ponte levatoio: oggi il castello è sede del “Museo Multimediale della Grecìa Salentina”.

Da Melpignano a Calimera

Melpignano è forse il comune più famoso della Grecìa Salentina per via del Concertone de “La Notte della Taranta” che anima ogni anno, con i suoi ritmi incalzanti e ancestrali, le calde notti del Salento. Melpignano è un vero piccolo gioiello perso nel tempo, con la sua bella Piazza San Giorgio incastonata tra i portici rinascimentali, la Chiesa Parrocchiale e la Torre dell’Orologio. Da vedere è però anche la Chiesa della Vergine del Carmelo, custode di pregevoli altari barocchi realizzati dal grande architetto Zimbalo.

Passando per Castrignano dei Greci che, secondo la leggenda è stato fondato addirittura da Minosse, si raggiunge la vicina Martano nata, secondo le leggende, grazie ai Candioti provenienti da Milos. Martano è chiamata anche Terra in quanto sembra quasi un eremo indipendente, cinto da mura e da un fossato e dominato da un Castello del XV secolo voluto dai D’Aragona per arginare le incursioni turche. Merita una visita l’antico Casale di Apigliano, antico villaggio bizantino di cui restano oggi visibili le vestigia di muretti a secco e di un forno utilizzato per la lavorazione del ferro.

Passando per Martignano non si possono non notare i Pozzi di Pantaleo, un’antica area punteggiata di decine di pozzi utilizzati in passato dalla popolazione per prelevare acqua e ancora oggi funzionanti.

Calimera è forse il simbolo della Grecìa Salentina, per via del suo nome che significa in greco Buona Giornata. Il gemellaggio con Atene è stato suggellato dalla città greca con una stele in bianco marmo attico raffigurante il Saluto di Patroclia.

Imperdibile una vista nella Chiesetta di San Vito, all’interno della quale si trova un grande masso con al centro un foro: in passato, secondo un ancestrale rito pagano, le persone passavano attraverso il foro per augurarsi fertilità. La chiesa è visitabile solo nel giorno di Pasquetta, durante il quale il rito si ripete tra stornelli in griko, pizzica e danze.

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