L’Italia è un Paese immerso nel Mar Mediterraneo, con chilometri e chilometri di costa. Spiagge uniche nel loro genere, presenti con una straordinaria varietà. Spiagge di sabbia fine, di sassi, di ciottoli e molto altro, in grado di attirare turisti da tutto il mondo.

Si tratta di un settore che crea ogni anno moltissimo lavoro, grazie ai tanti stabilimenti sparsi in tutta la penisola. Come si può aprire uno stabilimento balneare?

Scopriamolo insieme in questo nostro approfondimento. Cercheremo di darvi uno sguardo generico, ideale per compiere i primi passi per dar vita all’azienda balneare dei vostri sogni.

Non dimenticate, oltre a questo nostro articolo, di fare riferimento a tutte le norme vigenti e non solo. Un esempio è la certificazione per la sostenibilità delle spiagge e stabilimenti balneari ISO 13009, una certificazione in grado di rendere ufficiale agli occhi di tutti il rispetto dell’ambiente da parte della vostra attività.

Spiaggia libera attrezzata e stabilimenti

Iniziamo con il chiarire una differenza sostanziale e molto importante. Esistono due tipi di concessioni (perché si tratta di concessioni, e nel prossimo paragrafo ne parleremo meglio). Possiamo avviare sia una spiaggia libera attrezzata, sia uno stabilimento. Qual è la differenza?

La spiaggia libera attrezzata è una concessione che ci consente di noleggiare lettini, ombrelloni e altro su un tratto di spiaggia totalmente libero. Ciò significa che non sussiste alcun obbligo per i bagnanti di richiedere i servizi da noi forniti.

Tra i suoi svantaggi troviamo l’obbligo, ogni sera, di riporre gli ombrelloni e i lettini, poiché la spiaggia deve essere necessariamente lasciata libera.

Lo stabilimento balneare prevede invece una occupazione stagionale, consentendoci di posizionare ombrelloni e lettini per tutta la durata della stagione. Non è possibile ai bagnanti usufruire dello spazio di spiaggia a noi assegnato.

Attenzione: non significa che sia vietato il transito ai bagnanti. L’accesso al mare è garantito e non può essere ostacolato.

Concessioni

Per poter aprire uno stabilimento hai bisogno di una concessione. Chi rilascia tale concessione?

Devi fare riferimento a due specifici enti. Il primo è il Comune in cui intendi ottenere la concessione. Il primo passo è fare richiesta al Comune, iniziando così l’iter. Dopodiché si passa all’Ente del Demanio Marittimo, che indice i vari bandi di concorso per ottenere uno stabilimento in concessione.

La situazione, espressa in questi termini, può sembrare semplice, ma in realtà non lo è. Non è raro vedere concessioni essere rinnovate a coloro che la hanno già ottenuta in precedenza, senza che le spiagge cambino così il proprio concessionario.

Ottenere la concessione è comunque il primo passo, senza il quale non possiamo in alcun modo procedere. Fate particolare attenzione alla presentazione dei bandi di gara e non perdete l’occasione di partecipare.

E poi?

Una volta ottenuta la concessione l’iter non è certo concluso. Restano da gestire altre pratiche burocratiche, per poi dedicarsi alla sistemazione vera e propria dello stabilimento, come l’acquisto dei materiali e la messa a norma della struttura.

Dopo la concessione è necessario richiedere l’autorizzazione unica ambientale, proprio perché il nostro lavoro va inevitabilmente a legarsi con il rapporto con l’ambiente.

Dopodiché, visto che si sta aprendo una attività, bisogna iscriversi alla Camera di Commercio nel comune di appartenenza. Questa è una pratica piuttosto usuale per tutte le attività.

Cos’altro resta? La burocrazia italiana richiede il frequentare un corso di formazione proprio dedicato a coloro che detengono stabilimenti in concessione. Senza dimenticare l’ipotesi di attività collegate allo stabilimento, come ad esempio un bar: in tal caso sono necessarie altre autorizzazioni.

Provarci o no?

Consigliamo, prima di affrontare questo percorso, di considerare in maniera molto attenta tutte le spese e gli eventuali ricavi. Aprire uno stabilimento ex novo non è una impresa semplice, e tra il costo della concessione, la messa a norma dello stabilimento, l’acquisto dei materiali (e l’elenco non si ferma qui) l’operazione potrebbe rivelarsi non così vantaggiosa come siamo abituati a pensare.